Da anni si decantano i pregi dell'uovo,
lodandone il perfetto bilanciamento di aminoacidi (sulla base del Protein
Efficiency Ratio, un metodo obsoleto basato sui ratti, la cui validità
sull’uomo si è rivelata infondata, ma che non staremo a discutere in questa
sede), e il suo uso ideale nei regimi ipocalorici.
Ma,
da un’attenta analisi della letteratura medico-scientifica più recente,
sembra che questo alimento possegga più difetti che pregi. Vediamo perché.
Innanzitutto,
è vero che l'uovo apporta una discreta quantità di proteine (12,4g/100g
circa), ma è ormai ampiamente dimostrato che è necessario, per una salute
ottimale, ridurre al minimo o eliminare del tutto le proteine animali,
particolarmente ricche in aminoacidi contenenti zolfo, e attenersi alle quantità
raccomandate di macronutrienti. Oggi invece, la maggior parte della popolazione
dei Paesi ricchi segue una dieta quotidianamente iperproteica, superando di 2-3
volte le dosi raccomandate, con conseguenze per la salute a breve ma soprattutto
a lungo termine.
L'uovo
è composto per il 70% circa di grassi, e buona parte di questi sono grassi
saturi. Il World Cancer Research Fund e l'American Institute of Cancer Research
nelle loro Linee Guida (frutto di un lavoro di ricerca basato su oltre 4.500
studi scientifici), puntano l'attenzione principalmente sul consumo di prodotti
animali e dei grassi in essi contenuti, osservando che il consumo di verdura e
frutta è associato significativamente con la prevenzione dei 12 maggiori tipi
di cancro [1].
L’uovo
è inoltre un piccolo concentrato di colesterolo (da 250 a 371 mg/100g circa),
sostanza che non è assolutamente necessario introdurre con la dieta:
l’organismo umano ne produce infatti a sufficienza (circa 800 mg al giorno), e
assumerne in più con l'alimentazione, soprattutto insieme a grassi saturi,
aumenta il rischio di arteriosclerosi e conseguenti malattie cardiovascolari,
cerebrovascolari e circolatorie degli arti inferiori e, come vedremo più
avanti, di altre malattie croniche.
Inoltre,
a causa della conformazione stessa dell'uovo (porosità dell'involucro esterno),
delle non sempre buone condizioni igieniche degli allevamenti intensivi e della
dubbia qualità di molte catene produttive, esiste sempre il rischio di
contaminazione da Salmonella. Infatti, seppur nell'ultimo decennio siano stati
imposti dei nuovi standard igienici, i casi di infezione ad opera di questo
batterio continuano a colpire l'uomo (come riportato, per quanto riguarda
l'unione Europea, da Eurosurveillance, un progetto fondato dalla Commissione
Europea generale per la salute e la protezione del consumatore [2][3], dalla
Food Standard Agency [4], e da altre associazioni di controllo).
Essendo
i sintomi d’infezione più comuni diarrea, febbre e crampi addominali, spesso
il soggetto colpito non si rivolge al medico e di conseguenza non sempre vengono
eseguiti i test di isolamento e identificazione dell’agente patogeno, rendendo
difficile stimare il reale numero di casi di infezione da Salmonella.
Come
detto in precedenza, secondo i più recenti studi scientifici nel campo della
Nutrizione, il consumo di uova è associato a una serie di patologie purtroppo
ormai sempre più comuni presso le popolazioni che consumano molti prodotti
animali a scapito di quelli vegetali.
In
uno dei maggiori studi epidemiologici internazionali, pubblicato nel 2003 e
coordinato da Jianjun Zhang M.D. Ph.D, del Cancer Prevention Institute, che ha
coinvolto 34 nazioni in tutto il mondo per un periodo di 3 decenni (1964-1994),
i ricercatori hanno analizzato il consumo di uova in relazione alla mortalità
per cancro del colon-retto.
Dall’analisi
dei risultati, tenuto conto di abitudini come il fumo, il consumo di carne e il
basso uso di verdura, è emersa una significativa correlazione tra il consumo di
uova e il rischio per questi due tipi di cancro. I ricercatori concludono che
eliminare le uova dalla dieta può costituire un metodo efficace e veloce per
ridurre l'incidenza di queste patologie [5].
Un
altro studio scientifico pubblicato nel 2004 e condotto su 5.186 donne e 4.077
uomini per un periodo di osservazione di oltre 14 anni, ha concluso che le donne
che consumavano uova avevano tassi mortalità più elevati per infarto, malattie
cardiovascolari e cancro [6]. Il rischio relativo degli uomini invece non è
risultato così elevato. I ricercatori hanno attribuito questo dato ai più
elevati consumi di carne e colesterolo degli uomini, che potrebbero
“ridimensionare” gli effetti del colesterolo introdotto in più con le
uova.
L'American
Egg Board ha raccolto studi che mostrano come l'aggiunta di un uovo ad un già
elevato introito di prodotti animali sembra non aumentare di molto la mortalità
[7]. La stessa ricerca evidenzia però che i soggetti che tendono ad avere basse
assunzioni di colesterolo, come i vegetariani, possono trarre un grande
beneficio dall'eliminazione delle uova dalla loro alimentazione.
Dal
1970 in poi l'incidenza del linfoma (un tumore del sistema linfatico) nei Paesi
industrializzati è raddoppiato e l’Università di Toronto ha recentemente
pubblicato una serie di studi per indagarne le possibili cause alimentari. E'
stato così rilevato che gli alimenti più correlati al rischio di linfoma sono
carne, formaggi e uova. Chi segue una dieta “standard” (basata cioè sulla
piramide alimentare tradizionale e che prevede il consumo di prodotti animali)
ha un rischio maggiore del 38% di chi li evita e sceglie una plant-based diet (vegana,
o quasi-vegana). Tre uova a settimana sono sufficienti per aumentare del 49% il
rischio. I ricercatori hanno puntato l'attenzione anche sui grassi
transidrogenati [8].
Il
cancro dell’ovaio è tra le prime 10 cause di morte negli Stati Uniti. Alcuni
ricercatori del Gruppo Canadese di ricerca Epidemiologica sul Cancro hanno
studiato una eventuale correlazione tra fattori alimentari (consumo di grassi,
proteine, carboidrati, fibre, frutta, prodotti animali, pesce, ecc...) e cancro
dell’ovaio, e concluso che..."I nostri risultati suggeriscono che il
rischio di cancro dell’ovaio è positivamente associato con il più alto
consumo di colesterolo e uova, e inversamente associato con un alto consumo di
verdura e crucifere" [9]. Numerosi studi confermano l'effetto protettivo
derivante da un ridotto consumo di colesterolo e da un regolare consumo di
verdura [10][11][12].
In
conclusione, una vasta e crescente letteratura medica ha dimostrato e sta
dimostrando che il consumo di uova, e in generale di alimenti ricchi in
colesterolo e grassi saturi (tutti i prodotti animali ne contengono, mentre il
mondo vegetale è privo di colesterolo e contiene limitate quantità di grassi
saturi, fatta eccezione per alcuni oli tropicali come quelli di palma e cocco),
ha effetti negativi sulla nostra salute. Vista l'evidente relazione tra
l'introduzione di questi cibi nella dieta e l'insorgenza di numerose patologie,
potenzialmente fatali, è consigliato a chiunque abbia a cuore la propria salute
eliminare o limitare fortemente il consumo di uova e dei prodotti da esse
derivati.
Fonti:
[1] Nutrition. 1999 Jun;15(6):523-6. Food, nutrition,
and the prevention of cancer: a global perspective. American Institute for
Cancer Research/World Cancer Research Fund, American Institute for Cancer
Research, 1997.
[2] National case-control study of Salmonella Enteritidis Phage Type 14b
infection in England and Wales implicates eggs used in the catering trade
(http://www.eurosurveillance.org/ew/2004/040219.asp)
[3] O’ Brien S, Ward L, Little C, Surman S. Increase in Salmonella Enteritidis
outbreaks in England and Wales. Eurosurveillance Weekly 2003; 7(35): 28/08/2003
(http://www.eurosurveillance.org/ew/2003/030828.asp)
[4] Food Standards Agency. Eggs – what caterers need to know. London: FSA,
2002.
(http://www.food.gov.uk/multimedia/pdfs/eggleaflet.pdf).
[5] Nutrition and Cancer 46(2):158. Egg consumption and mortality from colon and
rectal cancers: an ecological study.
[6] Am J Clin Nutr. 2004 Jul;80(1):58-63.
Egg consumption, serum cholesterol, and cause-specific
and all-cause mortality: the National Integrated Project for Prospective
Observation of Non-communicable Disease and Its Trends in the Aged, 1980 (NIPPON
DATA80).
[7] American Egg Board news release 28 July 2004.
[8] Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2004 Oct;13(10):1665-76. Dietary factors
and risk of non-Hodgkin lymphoma by histologic subtype: a case-control analysis.
[9] Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2004 Sep;13(9):1521-7. A case-control
study of diet and the risk of ovarian cancer.
[10] Journal Of The National Cancer Institute, Vol 86, 1409-1415. Dietary fat
intake and risk of epithelial ovarian cancer
[11 ]American Journal of Epidemiology, Vol 149, Issue 1 21-31, Copyright © 1999
by Oxford University Press Prospective study of diet and ovarian cancers
[12] Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention 11(2002):1112 Ovarian Cancer,
Cholesterol, and Eggs: A Case-Control Analysis
Testo
di Stefano Esposito
Tratto
da: www.scienzavegetariana.it
(I
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