L'AVI
presenta oggi in Brasile una mozione affinché le organizzazioni
internazionali che si occupano di sviluppo e di fame nel mondo, inizino
a promuovere uno stile di vita più sano, come quello vegetariano, per il
singolo e più rispettoso per l'intero pianeta.
Elisabetta Pajè
10
novembre 2004
La
FAO l'8 novembre scorso, ha presentato uno studio in cui si invita le
popolazioni più povere a considerare gli insetti commestibili, come i
bruchi e le larve, una importante fonte di proteine e un'alternativa
nell'ambito degli sforzi tesi ad aumentare la sicurezza alimentare nei
Paesi dell'Africa centrale. Gli insetti, secondo questo studio, hanno
una proporzione di proteine e grassi più alta di quella del manzo e del
pesce, con un elevato valore energetico. Per ogni 100 grammi di bruchi
essiccati, ci sono circa 53 grammi di proteine, circa il 15% di grasso
ed il 17% di carboidrati. Il loro valore energetico è intorno alle 430
kilocalorie ogni 100 grammi. ''Gli insetti commestibili delle foreste
sono una fonte importante di proteine e, a differenza di quelli delle
terre agricole, sono privi di pesticidi,'' ha affermato Paul Vantomme,
un esperto forestale dell'Organizzazione dell'Onu che si occupa della
lotta alla fame nel mondo. Tra l'altro molti abitanti dell'Africa
Centrale, utilizzano già questa importante riserva di cibo: circa l'85%
dei partecipanti a un sondaggio nella Repubblica del Centro Africa
consuma bruchi, il 70% nella Repubblica democratica del Congo ed il 91%
in Botswana.
L'AVI, condividendo le
apprensioni della FAO rispetto al problema della fame nel mondo, ci
tiene a far presente che non è cercando nuove fonti proteiche di origine
animale che si può combattere la fame nel mondo, ma con la promozione di
un migliore utilizzo delle risorse e un minore squilibrio nella
distribuzione delle ricchezze. La quantità di alimenti attualmente
disponibili potrebbero consentire a tutti gli abitanti del pianeta di
assumere un numero sufficiente di calorie, proteine, e altri nutrienti
necessari, senza dover ricorrere ad alimenti estremi, come suggerisce la
FAO.
Se i vegetali venissero
consumati direttamente e non utilizzati per l'alimentazione animale;
se nei paesi poveri e in quelli in via di sviluppo non fossero
incentivate le produzioni di cereali destinate a essere esportate e
utilizzate come mangime per l'allevamento intensivo del bestiame; se
il Nord del Mondo non utilizzasse tonnellate di carne le produzioni
attuali di cereali e legumi sarebbero sufficienti a sfamare l'intero
pianeta e non esisterebbe il problema da una parte di denutrizione e
dall'altra di sovra alimentazione, causa di molte malattie degenerative.
Infine un'alimentazione
maggiormente vegetariana consentirebbe un rilevante risparmio idrico.
Dei 25.000.000 di km cubi d' acqua usati in agricoltura solo la minima
parte serve alla produzione di alimenti per gli umani, dato che la
maggior parte viene utilizzata per allevare gli animali destinati all'
alimentazione umana. Succede così che per produrre la stessa quantità
di cibo un allevamento intensivo preveda un consumo di acqua 70 volte
maggiore rispetto a quello necessario per le coltivazioni, visto che per
ottenere una tonnellata di carne bovina occorrono 31.500 m. cubi d'
acqua, mentre per produrre una tonnellata di cereali ne bastano 450 m.
cubi.
Considerato che: -
nei soli U.S.A. ogni anno vengono impiegati 157.000.000 di tonnellate di
cereali, legumi e ortaggi per ottenere soltanto 28.000.000 di tonnellate
di carne; - che con il grano usato ogni anno negli allevamenti degli
Stati Uniti potrebbero essere sfamate 800.000.000 di persone; - l'80%
dei bambini denutriti vive nei paesi che impiegano gran parte delle loro
produzioni agricole per produrre carne destinata ai paesi più ricchi;
- che per ottenere proteine animali occorre l' energia otto volte
necessaria a creare la stessa quantità di proteine vegetali; - per
produrre un chilo di carne occorrono oltre 100.000 litri di acqua,
mentre per produrre un chilo di soia basta impiegarne 2000.
Il risultato di questo
meccanismo perverso, innescato da interessi particolari e tollerato o
incentivato dalla maggior parte dei governi, non è causa soltanto dello
stravolgimento dell'ambiente (deforestazioni, cambiamenti climatici), ma
di fatto lascia un miliardo e mezzo di esseri umani sottonutriti senza
accesso all'acqua e decine di milioni di loro muoiono ogni anno per
fame. Le insensate abitudini alimentari, sprecando risorse naturali e
ambientali non rinnovabili, acqua compresa, sono violenza non solo nei
confronti di animali costretti a una vita innaturale e a una morte
crudele, ma verso l' umanità intera.
Per queste ragioni un
numero sempre maggiore, di persone hanno preso coscienza che essere
vegetariani è un passo necessario per iniziare ad agire in prima persona
per una vita migliore per tutti. Per questo motivo l'AVI si auspica
che anche le organizzazioni preposte per la salvaguardia della salute
inizino a promuovere uno stile di vita più sano, come quello
vegetariano, per il singolo e più rispettoso per l'intero pianeta.
Vedi anche:
vegetariani:
AVI rejects FAO's recent proposals regarding the
alleviation of world hunger
http://www.vegetariani.it/vegetariani/articles/art_384.html
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