Tallo e l'oscuramento del sole
di Pierluigi BAIMA BOLLONE
tratto da: Pierluigi BAIMA BOLLONE, Gli ultimi giorni di Gesù, Mondadori, Milano
1999, p. 145-146.
Bisogna ricorrere a Giorgio Sincello, storico bizantino vissuto a cavallo tra l'VIII
e il IX secolo, autore di una «Chronologia» che parte dall'origine del mondo e
giunge sino a Diocleziano. In quest'opera, egli riporta una frase tratta da
un'opera perduta, la «Chronografia» di Giulio Africano, deceduto dopo il 240,
che riferiva l'interpretazione dell'oscurarsi del cielo dopo la morte in croce
di Gesù (Mc 15,33), proposta nel I secolo dallo storico Tallo il Samaritano.
Giulio Africano afferma infatti: "Nel terzo libro della sua storia Tallo
interpreta quest'oscurità, come un'eclissi di sole". Tallo, morto nel 60 d.C.,
potrebbe essere identificato con un personaggio citato da Flavio Giuseppe e da
Eusebio di Cesarea nella sua «Chronica» scritta intorno al 303.
Pur non trattandosi di un riferimento di prima mano, il brano della «Chronologia»
di Sincello ha grandissima importanza, perché fornisce la prova irrefutabile
che, alla metà del I secolo, non solo l'esistenza di Gesù era una realtà
accettata, ma addirittura, anche al di fuori della ristretta cerchia dei
cristiani, si discutevano le cause dell'oscurarsi del cielo al momento della sua
morte. Il dibattito era talmente vivo che un pagano come Tallo sentiva
l'esigenza di respingere l'idea che si fosse trattato di un fatto miracoloso,
proponendo un'interpretazione naturalistica.
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