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Il Golem: Storia di uno pseudo Adamo
di: Pierpaolo Pracca (Antropologo, Psicologo e Psicoterapeuta) tratto da:http://www.airesis.net/IlGiardinoDeiMagi/Giardino%201/pracca_golem.htm
Il mito dell�uomo artificiale, risponde all�ispirazione antichissima dell�uomo di superare i propri limiti esistenziali, cercando di capire e di investigare le complesse leggi che regolano l�universo. L�uomo sembra proiettarsi nell�automa e cerca di realizzare le propriet� della sostanza vivente, in maniera diversa da quella umana, che prevede la partecipazione di maschio e femmina. Di solito la macchina , o come spesso avviene nel mito, l�uomo artificiale, sfuggono alle angoscianti leggi del divenire, quasi che nella loro realizzazione venisse appagato il desiderio di immortalit� dell�uomo. L�automa pu� essere visto come il tentativo di dare vita ad una copia dell�uomo, penetrando all�interno dei processi di creazione, che stanno alla base della vita e di controllare la vita stessa, vincendo l�essere mortale a cui � soggetto l�uomo: "Solo un soffio � ogni uomo che vive, come ombra � l�uomo che passa; solo un soffio che si agita..." (Salmo 39:6:7) L�automa non � soggetto al divenire come l�uomo, esso non � generato, ma � costruito ad opera di un solo creatore che con un atto umano genera da solo una prole alquanto particolare. Il costruttore di automi pu� essere considerato a ragione come colui, che nel seguire il sogno di vincere il proprio destino immortale, costruisce un figlio votato all�immortalit�. L�automa � dunque un organismo perfetto ed invulnerabile capace di esorcizzare la fragilit� umana? Esso non conosce malattia e non � soggetto a sentimenti. La ricerca nel conferire a questo "doppio" il carattere dell�eternit�, giustifica molte volte, l�immagine di un automa privo di connotazioni sessuali. Ci� si rende necessario, dal momento che nell�atto sessuale risiede l�inizio della vita, ma anche quello della morte. Da queste premesse sono immediate alcune domande, che in modo trasversale riguardano ambiti disciplinari diversi, come la filosofia, la teologia e la sociologia. L�uomo artificiale pu� essere visto come una sfida lanciata a Dio? L�uomo creando artificialmente un altro uomo, non si pone forse nella posizione di colui che detronizza Dio, ponendosi sul suo stesso piano? Qual � la differenza ontologica tra l�uomo e la macchina? L�anima, o meglio tutto quell�insieme di attivit� che riguardano l�uomo riconducibili a questo concetto, pu� forse essere prodotta artificialmente? Questi interrogativi implicano necessariamente una sorta di timore nei confronti dell�automa e del suo costruttore, quasi che questo novello Adamo fosse il risultato di un gesto blasfemo. Il costruttore pu� essere dunque visto come una sorta di apprendista stregone, che mima l�atto creativo della divinit� secondo modi umani? Quale pu� essere il prezzo da pagare per avere oltrepassato la soglia misteriosa della vita? Queste domande hanno fatto s�, che nel corso dei secoli in molta letteratura e pi� recentemente in molti prodotti cinematografici, l�automa fosse descritto come opera del male, una sorta di creatura demoniaca. La sua esistenza spesso � frutto di una operazione magica, che ha come protagonista un folle costruttore che dovr� fare i conti con la ribellione della sua creatura, insieme alla quale in molti casi, dovr� soccombere. A questo riguardo la cultura ebraica ci offre notevoli spunti di riflessione, considerando che nel Golem e nel suo mito, si pu� intravedere l�antesignano di tutti quegli esseri artificiali immaginari che popolano la nostra letteratura. Attraverso la ricostruzione delle fasi di questo mito, si pu� provocatoriamente collegare un discorso che riguarda una sfera particolare dell�immaginario umano e cio�, il pensiero mistico-magico a quello della moderna robotica (vedi articolo di P.A, Rossi (1990) Abstracta), cercando di scoprire i fili che possano collegare campi cos� distanti. Questa continuit� tra religione e scienza, sembra essere stata colta dal padre della cibernetica N.Wiener (1965), che scorge nel computer, l�ultima fase della trasformazione dell�idea del Golem nel corso del cammino del pensiero umano, infatti nel suo saggio la Cibernetica, il nome del Golem appare a chiare lettere, inserito nella filigrana delle pagine del libro, con un significato esplicitamente metafisico, come ha modo di osservare Neher (1988). L�idea del Golem perci� resiste, pur trasformandosi ed � giunta a noi con tutte le sue implicazioni filosofico-religiose che si affronteranno nel seguito dell�articolo. Non � infatti un caso che uno scienziato raffinato come N.Wiener, abbia intitolato la sua ultima opera Dio & Golem SPA. In questo caso la presenza di un vecchio mito ebraico nella riflessione epistemologia di uno dei padri del pensiero cibernetico, � la riprova del fatto che non esistono campi di studio separati ed inaccessibili gli uni agli altri, ma come afferma Feyerabend, siano frequentemente ed incessantemente interessati da processi osmotici. Con questo non si vuole affermare che tra il cabalista, che sogna di potere animare una porzione di fango ed un moderno scienziato come Wiener, non vi sia alcuna differenza, ma indubbiamente pur agendo in epoche ed ambiti disciplinari completamente differenti, sono legati da un filo comune, che � possibile fare partire dalla seconda met� del 500 al tempo della leggenda del Rabbino Loew di Praga, fino ai nostri giorni. La creazione sia per il cabalista sia per lo scienziato, non � qualcosa di totalmente arcano, ma diventa un processo addirittura riproducibile e poco importa se per ottenerla l�uno si avvarr� di una sorta di alchimia lessicale e l�altro di un insieme complesso di cognizioni tecnico-scientifiche; per entrambi i misteri della creazione e quindi della vita, sembrano in parte spiegabili e quantificabili. Non ha importanza la via, ma l�idea, il sogno di poter realizzare con un atto umano qualcosa che non � pi� prerogativa di un Dio, ma rientra nell�ambito delle facolt� umane. Intorno ad un argomento apparentemente di carattere magico e fantascientifico, si snoda tutta una serie di problematiche filosofiche e religiose insospettabili e con esse, la paura e la diffidenza che solitamente vengono riservate alla diade costruttore - creatura. In letteratura spesso si � di fronte alla descrizione di una coppia maledetta, che ha in s� la lacerante dialettica tra un padre folle che ha osato oltrepassare i confini proibiti ed un figlio frutto di una azione demoniaca, che suo malgrado si trova ad essere una cosa informe in un modo che gli � ostile. Il gioco del creatore spesso � destinato al fallimento con l�inevitabile ribellione della creatura, che in molte leggende conduce alla distruzione di entrambi. La macchina-Golem, come afferma Neher (1988), � creata dall�uomo a sua immagine, come l�uomo � stato creato da Dio a sua immagine divina. Nel Golem come nell�uomo, � in potenza la possibilit� della ribellione e ci� limita la potenza del creatore, proprio come la ribellione, che � implicita nell�uomo, limita anch�essa la potenza di Dio. secondo questa visione presente in Wiener (1967) e successivamente ripresa da Neher (1988), l�uomo e Dio sarebbero accomunati da una scommessa dall�incerto risultato, da qui l�idea della creazione dell�universo come un immenso gioco a cui Dio decide di giocare, accettando la possibilit� della sconfitta ad opera dell�uomo. In questo contesto il rapporto Dio-uomo � accostabile al rapporto tra l�uomo e la macchina, intesa quest�ultima come copia dell�essere umano, realizzata dall�uomo ripercorrendo le tappe della creazione divina con atto razionale. Si pu� parlare di una proporzione di questo genere, in cui Dio sta a uomo,come uomo sta a Golem-macchina? L�uomo creato da Dio non � lo strumento docile del creatore, ma possiede, come sappiamo, il seme della ribellione, cos� come questo seme � presente nella creatura - macchina-golem. La possibilit� della disobbedienza limita all�origine la potenza del creatore, allo stesso modo in cui il libero arbitrio dell�uomo, limita la potenza di Dio. L�uomo con il peccato di origine si ribella a Dio venendo punito. "Polvere tu sei e in polvere tu tornerai!" (genesi 3,14,19) Cos� anche il Golem, in molte leggende dopo la sua ribellione al creatore, sar� fatto ritornare un innocuo mucchio di argilla. Cos�� il Golem. Il Golem � una creatura simile ad un essere umano, fatta in modo artificiale in virt� di un atto magico, attraverso l�uso di parole (nomi) sacri. L�idea che � possibile creare esseri viventi in questo modo, � assai diffusa nel pensiero magico di molte popolazioni. Ben conosciuti sono gli idoli e le effigi alle quali gli antichi rivendicavano di avere dato il potere della parola. I primi approssimativi automi, si trovano nei riti e nelle cerimonie religiose: le statue e i simulacri si animano, si muovono e da queste movenze vengono tratti auspici e previsioni. Nel pensiero mitico (Cassirer, 1967), spesso le immagine create assumono vita. Tornando al mito del Golem � necessario risalire ad alcune rappresentazioni ebraiche, relative ad Adamo. Adamo � l�essere creato da Dio con la terra - mi hanno plasmato le tue mani (Giobbe) - al quale in un secondo tempo, con un soffio ha dato la vita e la parola. Si dice che nel primo stadio della sua creazione Adamo � Golem. Golem � un vocabolo ebraico, che compare una sola volta nella Bibbia e precisamente nel salmo 139: "Non ti era il mio corpo nascosto nel chiuso, dove mi hai fatto gi� nella terra, dove mi hai tessuto un grumo informe (golem) i tuoi occhi mi videro." Il termine grumo informe, � riferito ad Adamo che non � stato ancora raggiunto dal soffio di Dio ed � perci� golem. In un passo del Talmud (sanhedrim 38 b), dove si descrivono le prime dodici ore di Adamo, ritroviamo il termine golem. Nella seconda ora egli diventa un golem, una massa ancora informe. In Scholem (1980), troviamo la descrizione di Adamo, prima che gli fosse infusa l�anima "neshamah" e prima che fosse in grado di nominare le cose, come di un essere grezzo, informe. Dopo aver accertato l�origine del termine golem e in che contesto � stato utilizzato per la prima volta, � utile soffermarsi sul Golem visto come ripetizione della creazione dell�uomo, tramite mezzi magici da parte di un altro essere umano. Per Golem, viene intesa una creatura simile ad un essere umano, fatto in modo artificiale, in virt� di determinate operazioni che in qualche modo, andrebbero a mimare l�azione creatrice di Dio. Nella kabbala ed il suo simbolismo, Scholem afferma che il punto di partenza della concezione golemica � costituita da alcuni resoconti del Talmud, riguardanti famosi rabbini del III� e del IV� secolo (a.C.). In una di queste leggende, si narra di un rabbino di nome Rava, che avrebbe creato un uomo artificiale per mezzo di pratiche magiche, tuttavia sprovvisto di parola. Nel Talmud ancora (Sanhedrim 65b e 67 b), troviamo il racconto di un tale Rabbi Hanina e Rabbi Oshaya, che tutte le vigilie di Sabato servendosi del libro della creazione si sarebbero creati un vitello grande un terzo del naturale e lo avrebbero mangiato. E� evidente che la creazione del Golem, fa in qualche modo concorrenza alla creazione di Adamo e che nei racconti appena riportati, la forza creatrice dell�uomo si rapporta alla forza creatrice di Dio, sia a sua imitazione sia in conflitto con essa. Il potere creativo dell�uomo non giunge tuttavia a quello di Dio. Rava pu� si creare un uomo capace di comunicare, ma non pu� dargli la parola. L�essere artificiale nella leggenda talmudica, non sembra avere alcuna funzione pratica e dal testo non � chiara nemmeno la modalit� della sua costruzione. Si potrebbe pensare che questo tipo di creazione sia il frutto di una operazione magica, consentita da quegli stessi ambienti religiosi da cui provenivano queste leggende. La creazione di un Golem, trova quasi sicuramente giustificazione nella credenza di un potere magico delle lettere dell�alfabeto ebraico e nei nomi di Dio, che per certe tradizioni ebraiche di stampo mistico-esoterico, sono gli elementi strutturali, le pietre con cui � stato costruito l�universo. Si arriva cos� a parlare del testo che ha svolto una parte fondamentale relativamente alla concezione del Golem ed alle sue modalit� di costruzione. Il libro della creazione o Sefer Yetsirah, a cui gran parte del mondo esoterico ebraico attribuiva insegnamenti taumaturgici e le istruzioni, tramite magia, per la creazione di cose ed esseri animati. Il libro della creazione. Sull�origine e patria spirituale di questo libro, che conta soltanto poche pagine, non � stato possibile risalire a conclusioni sicure e definitive. Questa incertezza, permane anche per quanto riguarda la datazione di questo testo, le cui valutazioni cronologiche oscillano tra i secoli II� e VI� a.C. Il primo capitolo del libro inizia con la creazione del mondo, il quale � creato da Dio attraverso tre forme di espressione, il numero, la lettera e la parola. La creazione come nella Bibbia, � attribuita allo strumento divino meno materiale possibile; la parola. Dio non fa: per creare gli � sufficiente la parola. Egli crea mediante le dieci sephiroth e le 22 consonanti dell�alfabeto ebraico. Secondo Scholem, il vocabolo "sephiroth" deriverebbe dal verbo ebraico "sphr" (contare). In questo caso al termine sephiroth, � attribuito il significato di numero, inteso come principio dell�universo. Le sephiroth sono forma distinta dalla materia. Come i primi dieci numeri primordiali, sono alla base della prima produzione della forma, cos� le 22 lettere sono la causa prima della materia. Ogni cosa esistente in via di sviluppo � dovuta ai poteri creativi delle lettere, ma � inconcepibile senza la forma della quale la investirono le dieci sephiroth. "E� attraverso i numeri primordiali che Dio ha determinato la profondit� del principio e la profondit� della fine, la profondit� del bene e la profondit� del male, la profondit� di sopra e la profondit� di sotto, quella dell�oriente e la profondit� dell�occidente, la profondit� del settentrione e la profondit� del meridione." Toaf (1988) La costruzione delle dieci sephiroth forma un tutto omogeneo. Esse sono l�espressione dell�unit� di Dio. Esse sono dieci ed esprimono lo spirito del Dio vivente. Nel secondo capitolo del Libro della Creazione, si parla delle 22 consonanti. Esse sono le lettere fondamentali con le quali Dio ha formato l�anima dell�intera creazione e di tutto ci� che � stato creato. Esse bench� siano in numero ridotto, per mezzo del loro potere di combinazione, trasformazione e trasposizione, forniscono un numero infinito di parole e cifre, diventando cos� i tipi di tutti i molteplici fenomeni della creazione. "L�intera creazione e l�intero linguaggio, scaturiscono da un�unica combinazione di lettere". Tra queste 22 lettere, tre sono considerate madri e cio� Alef, Mem, Sin. Da queste scaturiscono aria, acqua e fuoco. "I cicli sono stati creati all�inizio dal fuoco e la terra � stata creata dall�acqua e l�aria � l�elemento di equilibrio tra il fuoco e l�acqua." Dopo le tre madri, troviamo le sette lettere doppie e cio�: bet, gimel, dalet, kaph, peh, res, taw. Per alcuni critici esse sarebbero dette doppie per un fatto di pronuncia, mentre per altri oltre il fatto della pronuncia vi sarebbe il fatto che ad esse corrisponderebbero gli archetipi delle sette opposizioni fondamentali della vita umana e cio�: vita-morte, pace-guerra, sapienza-follia, ricchezza-povert�, fertilit�-sterilit�, bellezza-bruttezza, dominio-serenit�. Dio da queste sette doppie, ha formulato i sette pianeti del mondo, i sette giorni e le sette porte dell�uomo (occhi, orecchi, narici, bocca). Per Di Nola (1964), le sette doppie sembrano costituire i fonemi attraverso i quali lo spazio passa da una fase sephirotica, in cui domina l�indistinto ad una fase in cui si vede l�origine dei sette pianeti, dei sette cieli e dei sette giorni della settimana. Ora rimangono le restanti 12 lettere e cio� h, w, z, t, y, l, n, s*, s, q; con esse Dio ha creato le dodici direzioni, che si protendono all�infinito, inoltre ha formato i dodici segni dello zodiaco, i dodici mesi dell�anno e le dodici membra principali dell�uomo. Il Sefer, ci presenta una creazione armonica in cui Dio crea usando le 22 lettere, dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice. Secondo Di Nola nella combinazione delle lettere sono contenute le radici di tutte le cose ad esempio piacere e danno (oneg e nega) hanno le stesse consonanti in ebraico, hanno origine in uno stesso processo, ma possiedono una diversa combinazione degli elementi di cui sono composte. Con le 22 lettere Dio ha scolpito ogni cosa ed ha completato l�intera creazione. Secondo il Sefer, Abramo sarebbe colui il quale ha ricevuto da Dio il segreto delle 22 lettere: "Leg� ventidue lettere alla sua lingua ed il santo gli rivel� il suo segreto - - e l'uomo al quale la leggenda fa risalire il Libro della creazione, lo Sefer Yetsirah, che - per chi sapr� meditarvici sopra, sar� fonte di sapienza e di potenza... chiunque si occuper� del libro e lo studier�, conoscer� i suoi segreti e quelli relativi al mondo e gli verr� assicurato il mondo futuro." Nel medioevo e nel rinascimento, il Sefer diverr� il testo con cui il kabalista sar� in grado di leggere e fare propri i segreti della creazione. Si pu� cos� facilmente comprendere l�importanza avuta da questo libro nell�ambito della tradizione golemica. Grazie alla sua conoscenza, il sapiente pu� copiare Dio nell�atto creativo, poich� si impossessa tramite il Sefer, di quella che � la potenza divina. La conclusione stessa dello Yetsirah, sembra non lasciare dubbi sull�uso magico di questo libro. Abramo � colui che ha ricevuto da Dio il segreto della creazione e quindi della vita. Si pu� dedurre da ci� che l�uomo Abramo, � nella condizione di creare grazie alla forza della sua penetrazione intellettuale, nella connessione delle cose e nella potenza delle lettere. E� facilmente comprensibile la fortuna che questo libro conobbe negli ambienti magici, anche se il libro non fa riferimento al Golem ed alla possibilit� di creare alcun essere vivente. Come afferma Bloch (1937), bisogna estrarre dalle lettere morte il raggio nascosto, che pu� rendere vivente un corpo inanimato. Per ottenere ci� non � necessario essere solo sapiente, ma bisogna essere un giusto, uno Zadik. Il potere creativo dello Zadik, tuttavia, � limitato e non potr� mai raggiungere quello di Dio; come abbiamo visto, Rava pu� creare un uomo, ma non pu� dargli la parola e ci� � dovuto allo iato esistente tra uomo e Dio, dopo il peccato di origine. Alcune edizioni dello Sefer Yetsirah del XII� secolo, recavano il seguente titolo: "L�alfabeto di nostro padre Abramo". Yeuda Ben Barzillai, come ricorda Scholem, che all�inizio del XII� secolo ha redatto un ampio commento del Libro della Creazione, riferisce che il titolo del libro recava la seguente aggiunta - chiunque guardi in esso ha una sapienza che � senza misura - Si potrebbe aggiungere, simile a quella di Dio. La concezione riguardante Abramo come depositario dei misteri della creazione, port� nell�ambiente hasidico tedesco nei secoli XII� e XIII� ad attribuire ad Abramo la creazione di individui mediante un processo magico, ricavato dallo studio dello Yetsirah.
Il Golem nella tradizione medievale. La concezione del Sefer Yetsirah, come libro magico dal quale possono essere ricavati i segreti della creazione, spiega e giustifica la comparsa dell�idea medievale di Golem, negli ambienti dei hasidim medievali tedeschi e francesi, mentre solo pi� tardi si diffonder� nei circoli cabalistici spagnoli. A partire dal XII� secolo, compare l�idea del Golem come creatura ottenuta mediante i poteri magici dell�uomo; ci� che, secondo le leggende nate intorno all�uso del Sefer, era stato possibile ad Abramo e Rava, si crede possibile anche per chi sa interpretare e impadronirsi della sapienza e del potere racchiusi nello Yetsirah. Dopo il XII� secolo, il Golem diventa l�oggetto di un vero e proprio rituale di iniziazione mistica, al termine del quale l�adepto di una determinata scuola esoterica, con la creazione di una figura umana, doveva confermare il proprio dominio sul libro della creazione. La creazione del Golem in questo contesto, non ha nessun scopo pratico, se non quello di indicare che l�adepto ha raggiunto il rango di creatore. L�idea di creare mediante l�uso della parola, ha un equivalente nei testi apocrifi dell�antica letteratura cristiana, dove sono narrate leggende sulla infanzia di Ges�, in cui si racconta che egli avrebbe plasmato uccellini di creta, che in seguito, si sarebbero alzati in volo, come si trova nei Vangeli Apocrifi di Tommaso (36;I; 46,1). Ritornando all�ambito della tradizione Golemica, � interessante notare che la magia viene considerata una facolt� naturale della produttivit� umana; l�uomo entro certi limiti, pu� creare al pari di Dio. Il sapere magico � un sapere che l�uomo ha ricevuto dal suo stesso creatore, per mezzo dello Yetsirah. Egli � fatto ad immagine e somiglianza di Dio e come tale, dispone di poteri a lui simili. La magia non � dunque intesa negativamente, ma � il mezzo attraverso il quale l�iniziato riesce ad impadronirsi dei segreti della vita. La creazione del Golem ha il suo senso in se stessa, � una iniziazione al mistero della creazione, che di solito, avviene in conclusione dello studio del Sefer Yetsirah, come ci tramandano parecchie forme apocrife del Talmud, in cui troviamo Abramo, Rava, e Rabbi Zara, intenti ad un�opera di creazione dopo un periodo trascorso a studiare ed a meditare sul Libro della creazione. Nella tradizione ebraica tuttavia, non prevale sempre la tesi secondo la quale la creazione di un Golem confermerebbe la somiglianza dell�uomo a Dio; nella tradizione Kabbalistica, la creazione del Golem dar� inizio alla negazione di Dio da parte dell�uomo, in un eccesso di hubrys. Il Golem da questa tradizione � visto come l�oggettivazione della sfida a Dio da parte dell�uomo, che cade inevitabilmente nell�idolatria. Se per la tradizione hasidica, la creazione del Golem era la conferma della somiglianza dell�uomo a Dio, ora per la Kabbala suona minacciosa, implicando possibili deviazioni politeistiche. La magia non � vista come quella forma di sapere puro che permette all�uomo di raggiungere lo stesso potere di Dio, bens� � la facolt� che fu data all�uomo dopo la sua caduta, una volta divenuto mortale. La magia � qualcosa di tellurico di negativo. Esiste un sapere magico che � quello dello Zohar, che � differente dal sapere magico del Sefer Yetsirah. Questo sapere deriverebbe all�uomo dalle foglie dell�albero della conoscenza, quindi secondo Scholem, si tratterebbe - di un sapere che permette all�uomo di coprire la propria nudit� scoperta nell�allontanamento dalla luce divina -. La magia � concepita come legata alla terra ed assume un carattere negativo, in quanto legata al corpo. Il Golem come si � visto nei circoli di cultura hasidica, da leggenda si trasforma in un oggetto di esperienza mistica, la prova che l�adepto deve compiere � quella di dimostrare la sua purezza e vicinanza a Dio, al punto da riuscire a creare la vita in maniera artificiale. In questi ambienti il Golem � solo l�oggetto di una aspirazione mistica; esso non � ancora entrato nella vita reale attraverso quelle leggende rinascimentali che pi� avanti lo vedranno un automa dalle goffe sembianze umane. Il motivo del Golem come automa e servo del Rabbino, verr� introdotto ad opera delle correnti Kabbalistiche. Per quanto concerne i metodi per la creazione del Golem, ci sono pervenute numerose indicazioni ad opera di diversi studiosi medievali. Eleazar di Worms ad esempio prescriveva che per creare un Golem, fosse necessario impastare terra vergine di montagna con acqua corrente. In seguito, sul fantoccio avrebbero dovuto essere pronunciate le combinazioni alfabetiche prescritte dallo yetsirah. Si tratta di recitativi di carattere rigidamente formalizzato, da un lato puramente di natura magica, dall�altro funzionali alla meditazione religiosa. Un determinato principio d�ordine nella successione della combinazione alfabetica, evoca un essere maschile, un altro un essere femminile; l�inversione di questi ordini accompagna la ritrasformazione del Golem, destato alla vita in un cumulo di argilla. Un�altra tradizione, vuole che l�uomo-sacerdote fabbrichi una creatura impastando terra vergine e la seppellisca nella terra; in seguito dovr� tracciare un cerchio intorno alla creatura e girarvi attorno, recitando ad ogni giro una data combinazione alfabetica. Il sacerdote se vorr� che la creatura prenda vita, dovr� girare in avanti, se invece desiderer� distruggerla dovr� girare all�indietro. Molti critici hanno intravisto in questi processi il tentativo da parte del sacerdote, di autoindursi uno stato di trance. La recita delle combinazioni, che si succedono in maniera ritmica, originando determinate armonie vocali, produce secondo alcuni, una trasformazione dello stato di coscienza. Il significato autentico di creare un Golem, per alcuni sarebbe dunque di giungere ad una comunione con il grande nome di Dio. Si � di fronte ad una concezione mistica della visione del Golem, che non � da ritenersi creazione reale in senso fisico, bens� una creazione mentale, al di l� di ogni scopo pratico, con l�unico fine di provare la potenza del santo nome di Dio. Un noto Kabbalista di nome Abufalia, critica coloro che intendono sfruttare lo Yetsirah a fini materiali - coloro che studiano il libro della creazione per creare un vitello non sono diversi dai vitelli - (Scholem, 1972). Il Golem dunque fino al XII� e XIII� sec come afferma Di Nola (1964), sarebbe soltanto una immagine, che l�intensa energia meditante del sacerdote, proietta in forma eterea, ma materializzata al di fuori della sua coscienza, in una condizione di estasi, in analogia con la parallela figurazione yogica del guru invisibile, che il meditante costituisce in essere nel suo corpo o innanzi agli occhi nel processo estatico. Si ha dunque ragione di credere che molte delle pratiche per la costruzione del Golem prevedessero oltre alla intonazione delle combinazioni delle lettere, anche di una tecnica di respirazione e di tecniche corporee, che dovevano accompagnare i singoli atti della creazione. Non si deve tuttavia pensare che la visione del Golem, in chiave mistico-religiosa, fosse l�unica presente nel mondo dell�esoterismo ebraico; gi� nel XII� secolo sono riscontrabili slittamenti nel campo magico e folclorico del Golem descritto come entit� reale, un uomo artificiale. Questa visione si diffonder� posteriormente in particolar modo nell�ebraismo tedesco e polacco, a partire dal XIV� secolo fino al XVI�. Quando le notizie sulla possibilit� di costruire artificialmente il Golem, si diffonderanno negli strati popolari, si assister� ad una trasformazione della concezione golemica. Il Golem ridiventa cos� un essere autonomo, al quale per la prima volta verranno attribuiti funzioni pratiche. La prima notizia che ci � giunta di questa nuova idea, appartiene ancora alla tradizione esoterica ebraica ed � stata tramandata dal rabbino spagnolo Nissim Girondi di Barcellona (Scholem, 1988), il quale a proposito del gi� citato passo del Talmud riguardante Rava, sostiene la reale esistenza e consistenza del Golem, la cui costruzione sarebbe avvenuta all�interno di un vaso. Questa testimonianza ci riporta immediatamente agli studi paracelsiani sull�Homunculus e sulla possibilit� favoleggiata, di creare un uomo artificiale libero ed intelligente (P.A. Rossi - 2001), che secondo Paracelso, doveva essere ottenuto dopo una incubazione di quaranta giorni dalla putrefactio di urina, sangue e sperma. La concezione del Golem come servo magico del suo creatore, non compare in nessuna tradizione antica. Questa idea risale ad un periodo di tempo che va dal XV� al XVII� secolo e si � sviluppata negli ambienti hasidici tedeschi, i cui rituali e credenze divennero oggetto di leggende popolari. La testimonianza pi� antica risale alla prima met� del XV� secolo ed � una leggenda di un tale di nome Shemuel il Pio, che aveva creato un Golem privo di parola, che lo accompagnava nei suoi viaggi attraverso l�Europa prestandogli i propri servigi; nello stesso periodo si racconta anche la leggenda del poeta Salomon Ibn Gabriol, creatore di una donna in grado di servirlo, composta da pezzi di legno e da cerniere che ad un certo punto decise di smontare per dimostrare a chi lo accusava di magia la meccanicit� della sua creatura. In questo contesto, si pu� notare come la concezione mistico- religiosa del Golem � ormai lontana; la nuova concezione golemica risente chiaramente delle influenze provenienti dal settore della creazione di automi, molto diffusa in quel periodo in tutta Europa. La vecchia idea del Golem, si arricchisce di elementi nuovi come l�idea del Golem/servo, che pu� diventare pericoloso. Se precedentemente i pericoli per la creazione di un Golem, riguardano il peccato di hubrys del creatore, ora si assiste ad una autonomizzazione del Golem, divenuto una potenziale minaccia per il suo costruttore e per l�intera comunit�. Il Golem possiede infatti poteri immensi, cresce a dismisura arrivando a minacciare l�intero universo. Per Scholem � la forza del nome di Dio unita alla forza dell�elemento tellurico ,dal quale il Golem proviene, che lo rende capace di distruggere e di essere potenzialmente un elemento caotico. Si � ormai di fronte ad una presenza inquietante ad un mostro difficile da controllare. L�automa in ambito cristiano. L�idea di costruire esseri artificiali, � presente nell�Europa medievale e rinascimentale anche in ambienti non ebraici. Parallelamente al mito del Golem, assistiamo alla comparsa di un fenomeno assai interessante che vede la diffusione di un gran numero di automi, alcuni di stampo magico altri vere e proprie realizzazioni meccaniche. Al di l� di discorsi simbolici sul rapporto tra uomo ed automa, esiste l�esigenza di realizzare tecnicamente macchine in grado di riprodurre meccanicamente comportanti elementari. Nel medioevo, il legame tra simbolo e meccanismo � strettissimo. Come afferma Cesarani (1969), mito dell�automa e realizzazione tecnica, sembrano andare di pari passo ed il simbolo avvolge e compenetra qualsiasi fatto tecnico, con una valenza che non ha eguali. E� infatti di et� medievale la leggenda di Virgilio vescovo di Napoli, inventore di una mosca di ferro, che ha la precisa funzione di sorvegliare l�ingresso delle mosche vere in citt�. Sempre a Virgilio si attribuisce l�invenzione di un serpente meccanico, capace di mordere gli spergiuri e ancora l�invenzione di un arciere automatico, in grado di arrestare le eruzioni del Vesuvio scagliando una freccia con il suo arco. Una leggenda pi� tarda, ci tramanda la costruzione di un�aquila meccanica attribuita a un tale di nome Jean Muller, capace di volare e posarsi sulla mano del suo costruttore. La leggenda pi� suggestiva � forse quella che riguarda Alberto Magno, costruttore di un vero e proprio androide costruito in metallo, legno, cera, vetro, cuoio, di sembianze umane, che sempre secondo la leggenda, avrebbe dovuto svolgere la funzione di servitore presso il monastero domenicano di Colonia. Nel racconto emerge l�idea di un automa, costruito per servire il suo costruttore; in questo caso il costruttore � un uomo di fede e presumibilmente i servigi dell�automa, avrebbero dovuto consentirgli una vita pi� consona alla vita dello spirito. In questi anni sono numerosi i meccanismi mobili utilizzati a scopi liturgici per catturare l�attenzione dei fedeli. Da una annotazione dell�architetto francese Villard, si � saputo del progetto di una colomba meccanica, in grado di volgere il capo durante la messa al momento della lettura del vangelo. Questo � un tipico esempio di come il simbolo possa creare un automa e di come una intuizione, una immagine religiosa si traduca in una realizzazione tecnica che a sua volta, � in grado di esprimere una valenza magica molto forte, in quanto � indiscutibile il fascino che la colomba poteva esercitare nei fedeli durante la liturgia. La costruzione di orologi. La progettazione e la costruzione di orologi, � la vera testimonianza della bravura e della genialit� degli automatisti medievali. L�orologio, diviene presto oltre che uno strumento per la misurazione del tempo, un congegno che serve a rappresentare il cosmo; si costruiscono i primi modelli meccanici delle orbite planetarie. La grande fortuna degli orologi soprattutto di quelli monumentali, si pu� quindi cercare in quella connessione del meccanismo con il simbolo, che vede il fiorire di grandiosi orologi monumentali, animati da raffinatissimi automi, popolari soprattutto in Francia e Germania, che offrono ai cittadini una serie di complesse allegorie. Cortei, processioni, figure mobili di profeti, santi, personaggi biblici, sacre rappresentazioni, scene del Vangelo, animano ogni batter d�ora in mezza Europa. Simbolo di questa tradizione � sicuramente l�automa Jaquemart, l�uomo di bronzo o di ferro che con un martello batte le ore sulla campana. L�automa Jaquemart, � un meccanismo antropomorfo e sembra rifiutare la sua natura meccanica, in quanto la tradizione popolare prende subito a umanizzarlo attribuendogli il compito di paziente custode del tempo. Come si costruisce un Golem. "...Dopo avere recitato certe preghiere e digiunato determinati giorni, gli ebrei polacchi plasmano con l�argilla o terracotta la figura di un uomo e quando pronunciano il nome di Dio, essa prende vita...". Cos� Jacob Grim, nel 1808, ci descrive le fasi iniziali della creazione del Golem. Questa rappresentazione del Golem appartiene alla tarda leggenda ebraica, che vuole l�automa di argilla, costruito dal rabbino per essere utilizzato nelle faccende domestiche. Secondo la leggenda riportata da Grim, il Golem portava scritta sulla fronte la parola emeth (verit�) e bastava gli si cancellasse l�alef di emeth per renderlo meth (morto). Secondo altre versioni della leggenda, il Golem anzich� la scritta emeth, sulla fronte porta il nome divino (JHWH), scritto su di una pergamena, che a seconda delle diverse varianti della leggenda verrebbe applicata sulla bocca, sulla fronte, sul prepuzio o sulle braccia. Una delle preoccupazioni dei costruttori, stando a quanto tramandano questi racconti, riguarderebbe le modalit� di distruzione del Golem. Il tema della distruzione della creatura magica, diverr� centrale intorno al XVII� secolo, soprattutto nei circoli lituani, polacchi e ceki. Secondo la nota versione di Grim, un tale Rabbi Elijahu da Chelm, avrebbe creato un Golem e lo avrebbe dotato di movimenti e di parola, mediante l�applicazione al prepuzio di una fascia con su scritto il nome di Dio. Il Golem divent� suo servo, ma cresceva a dismisura trasformandosi in gigante e un giorno stava per sopraffare il suo padrone, se questi non avesse strappato il nome, provocandone la morte (Ripellino 1987). In questo racconto � evidente il tema della creatura che si ribella al proprio creatore, manipolatore di forze quest�ultimo, che non riesce a controllare facilmente. Il Golem non � pi� il punto culminante di un esercizio spirituale; ora � una creatura vera e propria, costruita per servire il proprio creatore. Esso diventa un uomo-macchina che costruito per magia � chiamato a svolgere attivit� eminentemente pratiche. A questo proposito si consulti Ripellino (1987) e Wiesel (1988). Sul motivo mistico-magico, si innesta quello dell�automa che come si � gi� visto, possiede in s� il germe della ribellione. L�uomo macchina creato dalla hubrys del rabbino, pu� anche sottrarsi ai comandi di chi lo ha creato e gettare il mondo nel caos. in questa versione del Golem-macchina, � stata intravista da uno scienziato come Wiener la cifra della nostra post-modernit�. A partire da questo momento, il Golem attraverso i secoli, sar� l�ambigua creatura capace di sottrarsi al controllo umano, sia esso una figura fantastico-letteraria, sia che si presenti come macchina cibernetica. Il mito del Golem come uomo-macchina. La saga del Golem praghese risale alla stagione romantica. Essa � narrata per la prima volta nello zibaldone dei miti, curiosit� aneddoti di vita giudaica, che l�editore ebreo boemo Wolf Pascheles pubblic� in tedesco col titolo Sipparim tra il 1847 e il 1864. Prima di quelle date, nessun documento compresa la biografia di Rabbi Loew (1718) accennava ad un Golem plasmato dal Marahal di Praga. Prima di quelle date, ogni discorso sul Golem si riferisce solo a pupazzi di argilla delle tradizioni rabbiniche Galiziane. Per molti critici sono perci� da considerarsi mistificazioni la lettura di rabbi Loew sulla costruzione del Golem, datata 1583, secondo Beate Rosenfeld (1934) non anteriore al 1888. Insieme a queste, inattendibile sarebbe anche il Volksbuch del 1909 attribuito ad un contemporaneo del grande rabbi. Per Rosenfeld, il libro Le Golem di Ch. Bloch (1938), non sarebbe altro che compendio e manipolazione delle fonti di cui si � accennato sopra. A prescindere da falsificazioni storiche, interessante � l�idea proposta da Bloch (1938) e cio� l�uomo che crea un essere a sua immagine e somiglianza attraverso una operazione magica. Il Golem dalla tradizione, viene fatto nascere intorno al 1580 e la sua costruzione viene attribuita al grande Rabbi Loew. A questa creatura sono attribuiti dieci anni di reale esistenza, tra il 1580 e il 1590. Per Bloch ci troviamo di fronte ad un personaggio reale, di cui � possibile documentarne la storia fra la data della sua nascita e quella della sua morte. L�avventura del GOLEM, ha come punto di partenza il genio creatore di un umanista del rinascimento. In Le Golem di Bloch, l�elemento mistico-magico � ancora parte integrante nel tema della creazione dell�uomo artificiale, dove il substrato determinante non si trova pi� nell�occulto, ma nell�ordine filosofico-metafisico in cui prevale il motivo della complessa dialettica fra creatore e creatura. Il testo di Bloch fu molto importante negli anni venti e dest� un notevole interesse negli ambienti intellettuali tedeschi e francesi, coinvolgendo nella discussione sul Golem anche pensatori non ebrei come il mistico cristiano Hans Ludwig Held, che dedic� ben due suoi studi al problema dell�uomo artificiale creato dal rabbi di Praga. In Lo spettro del Golem (1927), Held esplora a fondo questa leggenda, attribuendo all�opera di Bloch notevole importanza. Egli parte dall�idea che il personaggio del Golem pu� essere ricondotto in una serie mitologica, che parte dal fondo comune della umanit� e che riappare nelle epoche pi� diverse nei miti della genesi ideati da differenti popoli. Held osserva che nel mito ebraico, pi� che in ogni altro, il tema della creazione artificiale ha ricevuto la sua espressione pi� alta e scorge nella creazione di Adamo la creazione del primo Golem. Il Golem diviene uno spettro, nel senso che � stato creato a immagine del suo autore, � reso automa, in seguito ad un effetto magico ed � reso l�esecutore indifferente di una altrui volont�.
La leggenda del Golem Il Golem � un automa impastato di argilla come il corpo del primo uomo. Esso � dunque materia pura, ma pu� essere anche visto come proiezione del suo costruttore nella materia inerte. Egli � privo di un�anima e per questo motivo pu� compiere gesti che all�uomo non sono consentiti. Questa caratteristica lo rende simile agli animali, agli uccelli, agli spiriti, ai demoni ed al pari di questi esseri, il Golem pu� scorgere la realt� nascosta oltre a quella visibile. Il Golem intuisce e realizza ci� che all�uomo non � permesso di cogliere. In lui si pu� scorgere a malapena, una fragile traccia di ragione (daat). Esso non pu� possedere le altre due forme di intelligenza, la saggezza (chochmah) ed il discernimento (bina), poich� la luce di Dio non abita in lui. Il Golem non cade mai vittima di nessuna malattia, poich� non possiede inclinazioni n� al bene n� al male; presso di lui non vi � alcuna traccia di sentimenti buoni o malvagi e tutti i suoi movimenti rassomigliano a quelli di un automa, che ubbidisce all�impulso di chi lo ha creato. Il Golem � muto e la sua presenza � affascinante e minacciosa al tempo stesso: Si pu� dire che nell�immaginario popolare sia il crocevia di mistica, scienza ed occulto. La storia del Golem ha inizio il 20 Adar del 1530. Secondo la leggenda sarebbe stato costruito da Rabbi Loew al fine di essere utilizzato a difesa della comunit� ebraica di Praga, poich� in quel periodo erano in corso persecuzioni antisemite a causa della credenza che gli ebrei usassero compiere sacrifici umani, in coincidenza delle loro ricorrenze. Al Rabbi viene ordinato di costruire il Golem in sogno da uno spirito - Fai un Golem di fango e distrugger� i persecutori degli ebrei - Bloch (1920). Il Rabbi secondo questa leggenda, ha conosciuto dal cielo le chiavi per la comprensione del Sefer Yetsirah, al fine di poter creare sulla terra un corpo vivo. Il rabbino per la costruzione del Golem si avvale dell�aiuto dei suoi discepoli prediletti, Rabbi Yitzchak Hacohen e Rabbi Jacob Sasson, ai quali confid� il segreto della creazione del Golem. L�intervento dei due aiutanti � giustificato dal fatto che ciascuno di essi, prendendo parte al rituale di costruzione, incarna un preciso elemento- Tu Yitzchak sari il fuoco, tu Jacob sarai l�acqua, io stesso sar� l�aria e tutti e tre insieme creeremo il Golem, con l�aiuto del quarto elemento, la terra - Wiesel (1988). Per dare vita a questo rito come riferisce Bloch, � necessario purificarsi e santificarsi con una severa penitenza, poich� porsi nei confronti di questa impresa non sufficientemente puri, significherebbe profanare il nome di Dio che sarebbe invocato invano. Il libro racconta che nella seconda notte del mese di Adar, i tre uomini si incontrarono dopo la mezzanotte alla Mikwa (bagno rituale per gli ebrei) e dopo essersi immersi nell�acqua con particolare devozione, recitarono le Chazot, le lamentazioni di mezzanotte su Gerusalemme. I tre prendono poi il Libro della Creazione ed il rabbino ne legge qualche capitolo, infine escono dalla citt� e si recano in riva alla Moldava. L� cercarono un luogo dove ci fosse del fango e si misero subito al lavoro, recitando salmi. Essi con dell�argilla, impastarono un corpo umano lungo tre braccia con tutte le sue membra. Il Golem giaceva davanti ai tre uomini con la faccia rivolta al cielo. Essi allora si disposero intorno alla figura del Golem. Esso � descritto da Bloch come un cadavere. Il Rabbi ordin� ad un discepolo di compiere sette volte il giro del corpo del Golem, cominciando dalla testa. Egli confid� poi in segreto al discepolo le formule magiche (Zirufin), che bisognava pronunciare e quando questi termin� il suo compito, il corpo di argilla divenne rosso come il fuoco. Il rabbi poi ordin� al secondo discepolo di comportarsi come il primo, ma di cominciare a girare intorno al Golem dalla parte sinistra, dopodich� anch�egli inizi� a pronunciare le formule adatte all�elemento che rappresenta e appena questo finisce, il rossore del Golem si spegne e l�acqua fluisce nel corpo, i capelli spuntano dalla testa e le unghie dalle dita. Ora � la volta del rabbino, egli fa un primo giro intorno al corpo di argilla e pone sulla bocca del Golem una shen scritta su pergamena. Poi tutti e tre gli uomini s inchinano dalla parte dell�oriente e dell�occidente, del sud e del nord, pronunciando le parole tratte dal libro di Mos� - in lui passer� il soffio della vita dalle narici e l�uomo diverr� cos� un essere vivente - I tre elementi (fuoco, aria, acqua) fecero s� che il quarto (terra) prendesse vita - Il Golem apr� gli occhi e guard� il suo autore con aria stupita e il rabbi gli disse, alzati sulle tue gambe e lui si alz�... sappi che sei stato creato da un cumulo di terra, tu avrai per missione la protezione degli ebrei contro le persecuzioni. Tu Jossel, dovrai obbedire ai miei comandamenti e andare ovunque ti guider� nel fuoco, nell�aria... nel fondo dell�oceano. Secondo quanto sostiene Bloch nel suo libro e precisamente nel paragrafo, dal titolo: precisazioni del rabbino Loew sul Golem al momento della creazione, sarebbero accorsi due spiriti per domandare al rabbino di prendere possesso del corpo di argilla e vivificarlo; si tratta dello spirito del demone Jossel e quello del demone Jonathan. Si scelse il primo in quanto aveva gi� assicurato assistenza agli ebrei durante i giorni difficili al tempo dei saggi del Talmud. Il Golem � strumento creato dalla mano dell�uomo ed � animato. Esso deve la vita alla mano da cui � stato creato e questa mano pu� distruggerlo in ogni momento e ridurlo alla polvere dalla quale � stato tratto. E� un automa meccanico e ciononostante dotato di un potere attivo, � apparentemente libero ma non pu� usare la propria libert� che entro certi limiti stabiliti con cura dal rabbi, come ci viene tramandato dalla leggenda. Il segreto della sua vita fisica sta in un segno metafisico, che il suo costruttore gli ha imposto sulla fronte. Questo segno, come si � gi� visto, � la parola Emet (verit�). La prima lettera l�Alef � il simbolo dell�unit�. Se viene cancellata non resteranno che le lettere men e tau, che in ebraico significano morte. Secondo una variante di questa leggenda (Wiesel 1988), l�imperfezione di questa creatura andrebbe ricercata nella procedura utilizzata per la sua costruzione. Il rabbi sulla base delle visioni avute in sogno, avrebbe utilizzato solo dieci delle ventidue consonanti dell�alfabeto ebraico necessarie, invece a creare un uomo vero e proprio. - Se il messaggio avesse contenuto tutte le ventidue lettere sarebbe stato costruito un essere perfetto - E� a causa di questa imperfezione che il Golem viene presentato come un essere privo di parola e perci� lontano dalla luce di Dio; tuttavia in Bloch, si trova che pur privo di questa luce, nel giorno di Sabato nel Golem, avveniva un certo cambiamento e sul suo volto si potevano scorgere i segni di una certa intelligenza, poich� come � scritto nello Zohar, il Sabato � il simbolo della luce universale i cui raggi illuminano tutti i mondi e tutti gli esseri. Il Golem inoltre nella leggenda praghese. � presentato privo di ogni istinto sessuale. Secondo Bloch sebbene privo della luce di Dio (Nescham�). sarebbe dotato di un�anima vegetativa. La leggenda vuole che il grande rabbi si avvalga dei servigi del Golem. solo durante i sei giorni della settimana. Il Sabato � il giorno di riposo, alla vigilia del quale il rabbi toglie al Golem la prima lettera del suo segno, rendendolo inerte per le 24 ore del riposo sabbatico. Egli impiega l�automa in favore del popolo ebraico. La figura del Golem nella leggenda � quella del difensore, di colui che grazie a poteri e capacit� sovrumane, protegge e veglia sull�intero ghetto, smascherando i nemici e lottando contro di loro. Esso � la creatura costruita da un uomo puro per ispirazione divina, al fine di svolgere un ruolo sacro. Perci� essendo destinato ad un compito cos� alto, non potr� essere impiegato in faccende quotidiane e private; secondo il talmud, infatti, ci� che � preso per cose sacre non deve essere preso per cose profane. Un suo eventuale impiego in cose mondane, provocherebbe un mare di guai e di disordine, per il fatto che esegue i comandi ricevuti alla lettera incappa molto spesso in situazioni ridicole, apparendo come un grossolano fantoccio dalle goffe movenze, tanto che ancora oggi in molte culture dell�est europeo, si � soliti usare l�appellativo di Golem per una persona che svolga maldestramente i lavori. Esso non � adatto per fare lo sparecchiatavoli o il nettacucine o a svolgere qualsiasi altra attivit� domestica; inviato a comperare mele al mercato, il Golem si tira dietro per le strade di Praga la venditrice con tutta la bancarella della frutta, se viene mandato a prendere l�acqua Yossel, allaga l�intero cortile, oppure quando viene mandato a pesca arrabbiatosi con una carpa, che lo ha colpito sul viso con la coda, getta i pesci nel fiume tornandosene a mani vuote. Quando invece si richiede il suo impiego in ambiti sacri come proteggere il ghetto, il Golem diventa un essere estremamente affidabile ed efficace. Egli diventa il soccorritore del popolo ebraico, una sorta di paladino di argilla; il Golem esce di notte per le viuzze del ghetto, assicurandosi che nessun malfattore introduca nelle case degli ebrei cadaveri di bimbi cristiani. Bloch in Le Golem, narra diversi episodi in cui l�azione del Golem risulta essere decisiva nello smascheramento di coloro che vogliono gettare discredito sugli ebrei. Basti citare l�episodio in cui il Golem, sorprende il macellaio cattolico Hawilicek mentre introduce nella casa del ricco Mordechaj Masil, suo creditore, la salma disseppellita di un bimbo cristiano, nascosto nel fegato di un maiale morto. L�automa di argilla dotato di forza sovrumana sventa tutte le trappole, per di pi� � reso invisibile da un amuleto di pelle di daino, con sopra scritte formule cabalistiche fornitegli dal suo costruttore. Tutte le storie del Golem, fatto di argilla, di solito finiscono bene; spesso cominciano nello stesso modo, con un ebreo che viene accusato ingiustamente di crimini immaginari e finiscono con il Golem che interviene a mettere le cose a posto. Il Golem � il fedele servitore del Marahal, l�uno � il braccio, l�altro la mente; l�intelligenza dell�uno unita ai poteri occulti dell�altro arrivano sempre a fare trionfare la giustizia. Nella leggenda praghese ,tuttavia non manca il tema della ribellione come leggiamo in Bloch, che avviene per una fatale dimenticanza del rabbino Loew. Alla vigilia del sabato, infatti, il rabbi scorda di rendere inattivo il Golem per le ventiquattrore di riposo sabbatico, da qui si scatena la ribellione del Golem. Esso continua a vivere e si trasforma in elemento antisabbatico, elemento disgregante, in un giorno che per la tradizione ebraica coincide con la possibilit� di ristabilire l�ordine nel disordine della creazione. Il Golem inizia la sua opera di distruzione nel ghetto di Praga, mentre il rabbi si trova nella sinagoga per la consueta cerimonia sacrale del venerd�. Il Golem come se fosse invasato da demoni, fracassa ogni cosa. Solo l�intervento del rabbi che cancella l�alef sulla fronte del Golem, evita la distruzione del ghetto. Il tema della ribellione precede quello della distruzione dell�uomo di argilla, avvenuta dieci anni dopo la sua costruzione. Si racconta che in un periodo in cui gli ebrei non furono pi� accusati di sacrifici rituali, il rabbi decise di distruggere il Golem. Il rabbi convoc� i suoi due discepoli ed ordin� a questi di condurre il Golem sul solaio della sinagoga, ripetendo al contrario tutte le operazioni svolte durante la creazione. Grazie a questo rituale il mostro d�argilla, fatto preventivamente coricare a terra, si irrigidisce tornando un cumulo di terra. I diversi volti del Golem. A partire dalla nascita della leggenda, alla fine del XVI� secolo, si snoda un ciclo storico-leggendario che arriva fino ai nostri giorni, investendo all�inizio del 900 anche il cinema, famose sono le pellicole di stampo impressionista dedicate al Golem, basti ricordare il famoso Der Golem di Wegener. La tematica golemica riveste aspetti significativi talvolta estremamente diversificati. Il Golem-Mostro: L�immagine di un Golem-Mostro, riguarda la zona d�ombra nella quale esso deve vivere al di fuori dei suoi compiti istituzionali di salvatore del popolo ebraico. In questo caso diviene l�elemento antisabbatico capace, non soltanto di goffe azioni, ma maschera spaventosa e crudele, sadico e deforme antesignano del pi� famoso Frankestein di Mary Shelley. Il Golem Fantasma: Tra il mostruoso e il fantomatico, la distanza � minima. E� la variante del Golem-sosia, ombra, del Wanderer (l�errante). Tutti questi temi della letteratura romantica si ispirano esplicitamente o implicitamente alla leggenda praghese, divenendo spesso il pretesto per una propaganda antiebraica, in cui l�ebreo-Golem viene descritto come una presenza che si aggira minacciosamente nelle citt�, forte dei suoi poteri magici; � il male ebraico che corrompe la societ� umana. Il Golem di Gustav Merynk concentra in s� l�insieme di questi elementi antiebraici. Il suo successo presso il popolo tedesco, dopo la pubblicazione del 1915, fu sfruttato in seguito dalla propaganda nazista in chiave antisemita. Suss l�ebreo concepito da Goebbles e realizzato da Veit Harlan, � ispirato direttamente al romanzo di Meyrink. Veit Harlan senza nessuna ragione storica, introduce il Marahal nel ruolo di uno di quei saggi di Sion che lavorano nell�ombra, con il fine di distruggere la civilt� occidentale e l�eroe del dramma, Suss Oppenheimer, � trasmutato dal suo ruolo di banchiere in quello di Golem onnipotente, cinico caratterizzato da modi vampireschi. Il Golem romantico: In contrasto con la versione orrida e tenebrosa, vi � invece il fiorire di leggende in cui il Golem appare una ingenua e nobile creatura. In questa versione si trovano i temi della fedelt�, della lealt� ed anche dell�amore. Il Golem � un Quasimodo dal cuore tenero e generoso, costretto tuttavia alla solitudine per via della sua bruttezza e della sua deformit�, determinate al suo incatenamento alla materia bruta. Questa stessa natura tellurica, sar� in molte leggende responsabile delle sue goffe azioni e della sua ribellione al Rabbi. Tuttavia, il padrone arriva a dominare sempre il servitore assicurando ai lettori una happy end. Il Golem automa: Il volto pi� caratteristico del Golem � quello dell�automa. Qui i temi vanno al di l� dei contenuti orrorifici o folcloristici e coinvolgono tematiche squisitamente filosofiche, riguardanti il rapporto uomo-macchina - Golem - Robot - cervello elettronico (vedi articolo di P.A.Rossi). Il padre della cibernetica R. Wiener, nel suo Dio & Golem SPA, individua tre punti della cibernetica collegabili a problematiche di natura filosofico-religiosa:
Wiener prende spunto da un programma, che permette ad un calcolatore di giocare a dama e di migliorarsi acquistando nel corso del tempo una forma di astuzia. L�apprendimento ed in particolare le macchine che imparano determinati giochi ai quali il giocatore-uomo pu� essere sconfitto, introduce il problema del gioco tra creatura e creatore. La domanda con le quali si apre il libro di Wiener, � perci� questa: "Pu� Dio impegnarsi in un confronto significativo con la sua stesa creatura?" Nella costruzione di macchine con le quali pu� impegnarsi in un gioco, il costruttore decide di porsi nei confronti della sua creatura come un creatore limitato. Ci� succede soprattutto per quelle macchine capaci di giocare imparando attraverso l�esperienza. Siamo di fronte ad una macchina che gioca, assorbendo parte della personalit� dell�avversario. L�uomo giocatore scoprir� che alcune sue strategie, risultate funzionali alla vittoria, in futuro potrebbero non funzionare. La macchina quindi pu� sviluppare una astuzia straordinaria. L�intera intelligenza della macchina � senza dubbio il frutto dell�inelligenza e del lavoro del creatore, che non � tuttavia certo di poter prevedere le mosse della macchina che lui stesso ha programmato. L�uomo costruisce la macchina-Golem a sua immagine e questo suo modo di creare � simmetrico all�atto di creazione con cui Dio ha creato l�uomo a sua immagine. La macchina quindi diviene la controparte moderna del Golem. Il Golem come provocazione teologica . Il percorso del Golem si snoda attraverso i secoli fino ad arrivare ai nostri giorni. Il Golem del XX� secolo, non � pi� il pesante e goffo uomo di argilla bens� la macchina, il computer. Riprendendo quanto gi� accennato, la macchina-Golem � creata dall�uomo a sua immagine e somiglianza, come l�uomo � creato ad immagine e somiglianza di Dio. Nel Golem � presente il seme della ribellione, che limita la potenza dell�uomo, come la ribellione dell�uomo limita quella di Dio. Da qui il difficile esito della scommessa dell�uomo-creatore. In entrambi i casi esiste un rapporto creatore-creatura estremamente instabile ed imprevedibile. Questa tesi sostenuta da Wiener (1964) e poi ripresa da Neher (1988), implica l�idea di un Dio non pi� onnipotente, che accetta di limitare il proprio potere, richiedendo una interpretazione del testo biblico diversa, rispetto a quello tradizionale. Il panorama teologico biblico, si apre dunque a temi come quello del gioco, dell�ironia e della improvvisazione. La Creazione diviene una scommessa, la quale implica necessariamente una forte componente di rischio. Dio con l�uomo, come l�uomo con la macchina-Golem, decide di giocare ad un gioco al quale potrebbe anche essere sconfitto. Secondo Neher (1988), l�emergere del rischio nel piano divino della creazione, va ricercato nel versetto 26, del primo capitolo della genesi Facciamo l�uomo! In questa frase consiste la grande sfida lanciata da Dio al proprio stesso essere. L�uomo diventa perci� un fattore universale di incertezza, il limite contro il quale vengono ad urtarsi le forze direttrici del piano creatore. In un cosmo in cui ogni creatura possiede una sua legge, senza avere la possibilit� di averne altre, l�uomo ha per legge quella di essere libero, potendo minacciare la stessa creazione. Con la frase Facciamo l�uomo! Dio accetta il rischio di sperimentare il rapporto con la sua creatura. Si fa strada l�idea di un universo che dal primo istante della sua genesi, � esposto al rischio dello scacco. Dio � il creatore di un universo antropocentrico, in cui creatore e creatura sono uniti dal gioco. La vita e la morte dell�uomo sarebbero cos� trattate da Dio come un gioco, quasi che Dio fosse il costruttore di una realt� virtuale il cui protagonista � l�uomo. Ecco iniziare a delinearsi in maniera pi� chiara, la relazione fra il mito della genesi e quello dell�uomo di argilla. Ci� che colpisce, � la dialettica servo-padrone, creatura- creatore, un gioco in cui non � certo chi sar� il vincitore. L�idea di Dio che emerge in questo contesto, � quella di un creatore che ride, si diverte alle spalle della sua creatura. "Sia gloria al signore in sempiterno! Nelle sue opere si allieti Iddio! " (Salmo 104:31) "Con uno sguardo fa tremar la terra, con un tocco mette i monti in fumo". (Salmo 104:32) La creazione non � che un giocattolo nelle mani di Dio, il quale come si pu� trovare in molte parti del Talmud, � il regista di vere e proprie commedie divine, che hanno come attore principale l�uomo. L�uomo a seconda della regola del gioco, pu� essere umile imitatore del proprio creatore o superbo avversario, che brama elevarsi fino a Dio. E� proprio questo gioco dialettico di straordinaria e drammatica attualit� ad essere stato colto dalla leggenda praghese e che si esprime attraverso l�eterna domanda di senso, che ogni essere vivente pone a colui che lo ha chiamato alla vita. Bibliografia: Bloch Ch (1937) Le Golem Paris Cassirer E. (1967) Filosofia delle forme simboliche Vol II Il pensiero mitico Firenze Cesarani G.P. (1969) I falsi adami Feltrinelli Di Nola (1964) Magia e cabbala nell�ebraismo medievale, Napoli Graetz H. (1846) Gnostizismus und Judentum Berlin Held H. L. (1927) Das Gespenst des Golem Munchen Neher (1988) Faust e il Golem Sansoni Scholem (1972) Yezirah, in Enciclopedia Judaica vol. XVI Jerusalem Scholem (1980) La kabbalah e il suo simbolismo Einaudi Ripellino (1987) Praga magica Einaudi Rosenfeldt B. (1934) Die Golem-sage und ihre verwertung in der deutschen letiratur. Breslavia. Rossi P.A. (2001) Editoriale in Anthropos & Iatria Thieberger F. (1954) The great Rabbi Loew of Prague: his life and work and the legend of the Golem London Toaf G. (1988) a cura di Sefer Yezirah Carucci Wiener R.(1964) Dio & Golem SPA Boringhieri Wiesel E. (1986) Il Golem Giuntina
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