[...] Come ha detto J.
Guitton, se il Figlio li Dio si è incarnato «in un solo tempo, in un solo punto,
Cristo ha dato a quel tempo, a quel luogo, a quel punto, un valore infinito» (L'absurde
et le mystère, p. 43). Se l'incarnazione è la ierofania suprema, la vita di Gesù
non è più appena un evento storico particolare, transitorio; acquista invece un
significato universale e permanente per tutti gli uomini di tutti i tempi.
Così viene superata l'obiezione razionalistica di Lessing, al tempo
dell'Illuminismo, e che alcuni ancor oggi condividono; Lessing diceva: «Delle
verità storiche, a carattere contingente, non potranno mai diventare le prove di
verità razionali, a carattere necessario». Non potranno mai, diceva Lessing.
Questo non è più vero, giacché in un momento della storia, nella vita
contingente di Gesù si è manifestato l'Assoluto, la trascendenza di Dio.
E' falsa dunque anche un'altra affermazione di Lessing secondo cui tra il
momento storico di Gesù e noi, il tempo e lo spazio hanno spalancato un abisso
invalicabile: non è così, perché il Gesù reale non è solo quello del passato,
l'uomo di Nazareth; per comprendere il vero Gesù quello dei Vangeli, dobbiamo,
come diceva san Gregorio Magno, «alzarci dalla storia al mistero» (In Ezech.
1,6-3), perché la sacra scrittura, «quando racconta una storia, manifesta un
mistero» (Mor., XX,1,1); dobbiamo quindi alzarci dalla storia di Gesù al mistero
di Cristo: egli sovrasta il tempo e lo spazio; il Gesù della storia, certo, è
lontano da noi; non così il Cristo, nella pienezza del suo mistero: egli è al di
sopra dei limiti della storia; egli è vicino a noi, rimane presente a ciascuno
di noi; con Soren Kierkegaard il filosofo dell'esistenzialismo, possiamo e
dobbiamo dire che noi, cristiani, siamo veramente contemporanei di Cristo; lo
scriveva recentemente anche Mons. Giussani: «Che Cristo sia veramente presente
nella nostra esistenza, questo è proprio la sostanza, il contenuto
impressionante, l'eccezionalità del Cristianesimo».
E perciò ci rivolgeva l'invito a fare «l'esperienza del Mistero presente.
Mistero, cioè il cuore ultimo delle cose; Presente, diventato Uomo» [...].
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