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Nassirya (Iraq)12 novembre 2003
Io penso, che è drammatico constatare, che proprio quelli che trovano offensivo per la propria fede religiosa, l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane, sono proprio coloro che causano, direttamente o indirettamente, l’odiosa morte innocente di 19 poveri cristi, inviati in missione di pace in un paese straniero; ripeto, in missione di pace e non di conquista, come forse potrebbero essere altre forze militari straniere. Certamente uomini armati, ma per difendersi e proteggere popolazioni inermi. Lontani dalle loro famiglie, dai propri genitori, dai propri fratelli e sorelle, dalle proprie mogli e dai propri figli, dagli usi e costumi del proprio paese; nel tentativo di portare la pace e la democrazia, in un paese, dove, da sempre, queste due esigenze primarie per la vita civile dell’uomo, non sono altro che insignificanti parole. Diciannove martiri innocenti, diciannove esseri umani, il cui unico scopo era quello di difendere la popolazione inerme, preservare le nuove civili istituzioni, che con enorme difficoltà si cerca di costituire, in una nazione dove l’illegalità e la violenza politica, sono state il pane quotidiano della popolazione, per decenni. Allora mi chiedo che credo religioso è mai questo che ha paura di un simbolo di pace, che religiosità possiedono mai questi fedeli, se si uccide, in modo a dir poco ripugnante, individui che sono esclusivamente al servizio delle loro genti, che Dio è mai questo, che pretende dai suoi fedeli il sacrificio esecrante di vittime innocenti, che individui sono mai costoro che hanno paura di chi porta a loro pace e serenità sociale. La verità è che a distanza di duemila anni, coloro che ripudiarono e che continuano a respingere il messaggio d’amore e di fratellanza universale del Cristo, proseguono imperterriti a crocifiggerlo, ieri su di una croce di legno, oggi, drammaticamente, tramite le bombe, dei loro attacchi suicidi. "La verità vi renderà liberi..." (giov. 8:32) e la verità è riposta nella realizzazione del messaggio evangelico del Cristo, come del resto Lui stesso ha affermato: "Io sono la Via, la Verità e la Vita…" (giov. 14:6).
"Gli Eroi, muoiono una sola volta, i vigliacchi, decine di volte prima di terminare la loro dannata esistenza".
Sergio De Ruggiero Ostia Lido 13 novembre 2003
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