PACE E LUCE
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DA NATALE A PASQUA
Natale, Fine anno, Epifania

Non c'e cammino troppo lungo
per chi cammina lentamente
e con perseveranza;

Non c'è meta troppo alta
per chi si prepara
con la pazienza.

Sommario

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IL SANTO NATALE  

La vigilia del santo Natale

Vigilia viene dal latino vigilare e trae origine dai pagani i quali solevano passare la notte precedente le famose feste di Venere, di Cerere e di altre divinità, in canti, danze, e spesso ancora nelle più vergognose dissolutezze; la chiamavano Pervigilia.

Il Cristianesimo sostituì le preghiere alla canzoni lascive ed il digiuno al libertinaggio. I primi cristiani passavano infatti in mortificazioni e preghiera la notte antecedente alle solennità.
Con il passare del tempo la Chiesa abrogò tali veglie ad eccezione però della vigilia di Natale che, all'inizio, era contraddistinta da un rigoroso digiuno. In seguito si cominciò a fare uno spuntino che, nel tempo, degenerò diventando il banchetto sontuoso ancor oggi in uso con il nome di cenone.

Per la nascita di Gesù (2)
(della Beata Maria degli Angeli)

Venite, o buon Gesù, venite a sciogliere tutti i vincoli delle mie passioni, che mi hanno resa schiava per le tante colpe. Venite, o Re del Cielo, a preparare il mio cuore con la purità di coscienza con la quale possa degnamente venirvi incontro. Venite, o Signore degli eserciti, a darmi le benedizioni della vostra pace, e sarà tutta in pace l'anima mia.

Venite, o Sapienza eterna, ad insegnarmi il santo timore e la via del Cielo; o buon Pastore, venite a cercare la pecorella perduta e salvatela. Voi siete il nostro Legislatore, venite ad imprimere nel mio cuore l'amore dei vostri santi precetti; Voi siete il Re delle genti, venite a reggere tutti i miei affetti; Voi siete il Re d'Israele, venite a prendere l'assoluto dominio di questo mio cuore; Voi siete la chiave di Davide, venite ad aprire i tesori delle vostre misericordie; Voi siete lo splendore della gloria del Padre, venite a risplendere in me con i raggi delle vostre sante virtù.
Ah! Bel giglio di Maria, venite a nascere nell'anima mia; e, per quanto indegna, non lasciatela mai più o mio buon Salvatore.

Il giorno di Natale

Con il Natale si festeggia la ricorrenza della nascita del Salvatore, un Dio fattosi umano per proporre agli uomini una vita migliore. Si simboleggia il suo ritorno ma è una pura allegoria, da 2000 anni Egli è infatti con noi e senza il suo influsso spirituale l'uomo sarebbe preda degli istinti animali e non avrebbe alcuna motivazione a fare il bene e coltivare l'amore universale.

Tra le solennità maggiori della Chiesa, quella del Santo Natale ha sempre tenuto il primo luogo dopo quella di Pasqua e di Pentecoste. La nascita del Salvatore fu sempre annunziata al popolo con solennità.
A Marsiglia la si annunziava da quattro coristi e dall'arcidiacono. Tutti si prostravano allora a tale annuncio e baciavano la terra per onorare il Messia.
A Costantinopoli si portava a baciare il Santo Vangelo della natività agli imperatori con pompa e magnificenza.

In questo giorno avevano luogo le antiche eulogie, cioè la Benedizione e la dispensa dei pani benedetti, i quali erano anche inviati in dono ai sovrani per significare l'unione reciproca dei Cristiani. Da ciò forse ebbero origine gli auguri ed i doni che i Cristiani sogliono fare in questa solennità.

A Gesù Bambino (5)

O Gesù Bambino, credo nella tua umanità, nella quale nascondi gli splendori della tua divinità. Prostrato davanti al Presepe, ti ringrazio per tanto amore e prometto di seguire il tuo insegnamento di umiltà, povertà ed amore.
Unito agli Angeli anch'io canto: Gloria nell'alto dei Cieli!.

Preghiera di Natale (2)

I. Vi adoro umiliato nel presepio, o Angelo del gran consiglio, che con la vostra incarnazione conciliaste così bene la misericordia, di cui eravamo noi bisognosi, con la soddisfazione dovuta alla divina Giustizia.

Deh! per tanta vostra bontà, fate che vi siamo sempre riconoscenti di sì gran benefizio e non rinnoviamo mai col peccato la causa della vostra umiliazione.
Gloria.

II. Vi adoro nel presepio come nell'altare del vostro sacrifizio, o vero Agnello di Dio, che vi addossaste spontaneamente tutte le pene dovute ai peccati di tutti gli uomini.

Deh! Per tanta vostra bontà, concedete a noi il perdono di tutte quante le nostre colpe, e dateci grazia di vivere in tal maniera, che la nostra vita si possa dire un continuo sacrificio per Voi.
Gloria.

III. Vi adoro nascosto nel presepio, o vera Luce del mondo, che sceglieste di nascere tra le tenebre della notte per indicare lo stato in cui si trovavano gli uomini senza di Voi, e il comune loro bisogno di essere da voi illuminati.

Deh! Per tanta vostra bontà diradate le tenebre della nostra mente, affinché non prendiamo per veri i falsi beni, ma corriamo sempre dietro la luce delle vostre sante ispirazioni.
Gloria.

IV. Vi adoro umiliato nel presepio, o vero Principe della pace, che, nascendo al mondo in quel tempo in cui, sotto il dominio di Augusto, erano ovunque cessate le turbolenze e le guerre, voleste farci conoscere i preziosissimi effetti della vostra venuta fra di noi.

Deh! Per tanta vostra bontà, fate che noi sempre godiamo i frutti di quella pace che Voi portaste nel mondo; pace con Voi, per mezzo della fedele osservanza della vostra santissima legge; pace col prossimo, con un compatimento sincero di tutti i suoi mancamenti; pace con noi stessi per un costante dominio dei nostri disordinati appetiti.
Gloria.

V. Vi adoro nel presepio, o divino Infante, che siete per tutti gli uomini la Via, la Verità e la Vita; la via coi vostri precetti, la verità coi vostri esempi, la vita per il premio che ci tenete preparato nel Cielo.

Deh! Per tanta vostra bontà, fate che noi osserviamo esattamente i vostri precetti e imitiamo fedelmente i vostri esempi affinché, dopo avervi seguito come via, e imitato come verità in questa valle di lacrime, meritiamo di godervi come premio nell'eternità dei beati.
Gloria.

VI. Vi adoro nel presepio come in cattedra di divina sapienza, o Maestro infallibile di ogni virtù, che vi metteste in stato di tanta pena e umiliazione per farci conoscere la strada che conduce alla vita.

Deh! Per tanta vostra bontà, concedeteci di amare costantemente, a vostra imitazione, le umiliazioni ed i patimenti, e di non gloriarci mai di null'altro che di essere vostri discepoli, crocefissi insieme con Voi in tutto il tempo della nostra vita.
Gloria.

VI. Vi adoro nascosto nel presepio, o unica Porta del cielo, che sosteneste con tanta pazienza i disagi della povertà, i rigori delle stagioni e le scortesie degli uomini, per insegnarci la vanità di tutti i beni del mondo.

Deh! Per tanta vostra bontà, come già accoglieste le offerte dei poveri pastori, così accettate l'offerta che vi facciamo di noi stessi; e fate che vivendo sempre alieni di tutte le mondane delizie, non ci allontaniamo giammai da Voi, che siete il solo che può introdurci nel gaudio eterno del Paradiso.
Gloria.

LA FINE DELL'ANNO  

Pensieri di San Francesco di Sales (2)

I. Un'altro anno va ad inabissarsi nella voragine in cui tutti gli altri si sono precipitati fin qui. Oh! Quanto è incomparabilmente più bella l'eternità! poiché la sua durata non ha fine, poiché i suoi giorni sono senza notte, poiché invariabili sono le sue soddisfazioni.

O Dio; passano dunque davvero questi anni temporali; corrono impercettibilmente gli uni dietro agli altri; nel separare la loro durata, separano la nostra vita mortale, e col finire essi, finiscono pure i nostri giorni!

II. Ripetiamolo spesso: Tutto, tutto, passa! Che importa dunque se quaggiù siamo visitati dai dolori oppure da gioie, purché poi si sia eternamente felici? Poiché, dopo i pochi giorni che ci restano di questa vita mortale, viene la santa eternità, che ci è promessa nell'abbondanza delle misericordie di Dio.

Ma ohimè! Quando penso che ho impiegato tanto male il tempo concessomi da Dio, son preso dal timore che Egli non voglia largirmi la sua eternità; perchè Egli la promette soltanto a coloro che avranno bene impiegato il loro tempo. Ma, o mio Dio! Perchè vivremo noi l'anno seguente se non per amar di più la vostra sovrana bontà? Oh! Fate che essa ci tolga da questo mondo, o tolga il mondo dai nostri cuori, Ci faccia essa morire, o ci faccia amare la morte più della vita stessa.
(Concludere con il Te Deum.)

Preghiera per l'ultimo giorno dell'anno (5)

Signore Dio, cui appartengono il tempo e l'eternità, accogli la preghiera di ringraziamento e di pentimento che ti rivolgo al termine di quest'anno.
Molti doni, Signore, mi hai elargito, ed io che cosa ti renderò? Alzerò il Calice della salvezza e invocherò il tuo nome, proclamando la tua grande bontà.

Molte volte, Signore, ti ho offeso, ma grande è la tua misericordia: accogli il mio cuore contrito e il mio spirito umiliato e il Sangue prezioso del Figlio tuo mi purifichi da ogni peccato, perché ogni giorno della mia vita possa cantare la lode della tua gloria.
Amen!

L'inizio dell'anno (5)

Questo giorno, giustificato con le primizie del Sangue preziosissimo del Salvatore, segna inoltre il principio di un nuovo anno civile. Per questo motivo la Chiesa ci invita a consacrare a Dio tutto il nuovo anno e pregarlo di concederci la grazia di passarlo nel suo divino servizio. All'inizio dell'anno si può invocare l'aiuto e la guida dello Spirito Santo con l'inno: Vieni, Santo Spirito...

Promesse per capodanno (5)

Vi ringrazio, o Gesù mio, che nella vostra circoncisione avete cominciato a spargere il vostro preziosissimo Sangue, con l'intenzione di versarlo poi fino all'ultima stilla sul Calvario, al fine di soddisfare per me la divina giustizia. Voi dunque, o Signore, avete per amor mio accettato la morte; ed io che faro? Seguirò forse a disgustarvi con i miei peccati?

No, mio Redentore, io non voglio esservi più ingrato, voglio oggi con il nuovo anno cominciare davvero ad amarvi con tutto il cuor mio. E perciò vi prometto di voler per amor vostro circoncidere e mortificare i miei occhi, le orecchie, la bocca, le mani e tutte le mie voglie perverse, affinché non veda, non senta, non parli, non tocchi, non faccia se non quello che è di vostro maggiore compiacimento.

O mia cara Madre Maria, o protettor mio San Giuseppe, deh! per quel dolore che provaste per la circoncisione di Gesù, impetratemi la forza di essere fedele a questa mia promessa. Questa grazia domando anche a voi, Angelo mio Custode, e al Santo di cui porto il nome, che il Signore mi ha destinato a protettore per tutto quest'anno.
E così sia.

Preghiera per capodanno (5)

Per tua misericordia, Signore, oggi inizio un nuovo anno. Esso si aggiungerà agli altri della mia vita e accrescerà la mia santificazione e la tua gloria.

Rinnovo, Signore, la mia conformità ai tuoi divini voleri: donami l'aiuto della tua grazia perché io porti frutti di buone opere.

Rimetto nelle tue mani la salute del corpo, il successo delle mie iniziative, la preservazione dai mali.

Il Tuo Sangue prezioso mi difenda da ogni insidia del Maligno e mi conceda di vivere nella libertà dei figli di Dio.
Amen.

L'Epifania

Epifania vuol dire manifestazione.

È una delle principali feste della Chiesa, d'istituzione antichissima, forse apostolica, e ricorda tre manifestazioni di Gesù di Nazareth:

1° ai Gentili (nella persona dei Magi) per mezzo di una stella prodigiosa;
2° ai Giudei con il Battesimo nel Giordano, quando lo Spirito Santo apparve sopra di Lui in forma di colomba;
3° ai discepoli durante le nozze di Canaa, con il miracolo dell'acqua cambiata in vino.

La storia del presepio (2)

Si chiama Presepio la mangiatoia dove nacque il Bambino Gesù. Il costume di fare il santo Presepio risale ai tempi di San Francesco di Assisi. Si legge infatti nella sua vita che avendo una devozione speciale verso il Bambino Gesù volle creare un presepio di grandezza naturale nella selva detta del Greco.

San Bonaventura riporta che la persona che fece i preparativi per questa solennità vide in quel Presepio un bambino di bellezza divina che dormiva e san Francesco che lo abbracciava teneramente. Questa testimonianza fu confermata dai molti prodigi operati dalla paglia su cui comparve coricato il santo Bambino. Per ricordare questi eventi fu fatta erigere in quel luogo una piccola cappella.

I Re Magi (35)

Dal VI secolo a.C. fino al VII secolo dopo Cristo, ed anche dopo tale data, il peso dei Magi sulla vita politica, sociale e religiosa dell'area iranica, e su alcune regioni adiacenti, fu certamente notevole. A conferma di ciò Erodoto racconta come il re medo Astiage utilizzasse alcuni Magi come consiglieri indiscussi che interpellava ogni volta che si trovava a fronteggiare dei gravi problemi o delle impellenti necessità.

Il nome Magi deriva da Maga che significa dono; colui che partecipa del Maga acquisisce un potere magico e una conoscenza fuori del comune. Lo stato di Maga veniva inteso come un livello di coscienza superiore in cui diventava possibile contattare gli esseri superiori che presiedono il fuoco, l'acqua, la terra, la vita animale, minerale e vegetale.

I Magi erano dei profondi conoscitori dell'astrologia e dell'astronomia di origine caldea. Conoscevano la scienza dell'interpretazione dei sogni ed erano in grado di entrare in sintonia con le vibrazioni dell'universo, cogliendo così i segreti celati della natura.

Considerazioni sull'Epifania di Bossuet (2)

Essi lo adorarono e gli offrirono doni: offriamo noi pure, dietro l'esempio dei Re Magi, i doni a Gesù, e questi doni siano splendidi. Offriamo a profusione a Gesù, con quei santi Re l'oro ed i profumi più squisiti, cioè l'incenso e la mirra.
L'oro che dobbiamo offrire a Gesù Cristo è un amore puro, una carità ardente, quell'oro chiamato l'oro provato e passato dal fuoco che dobbiamo comperare da Gesù Cristo (Apocalisse 3:18).

Come si compra l'amore? Con l'amore stesso; più si ama, più s'impara ad amare; amando il prossimo, facendogli del bene, s'impara ad amare Iddio, ed a tal prezzo si acquista il suo amore. Aggiungetevi l'incenso. L'incenso è qualche cosa che si esala, che ha il suo effetto soltanto nel disperdersi. Colui che rinunzia, che dimentica se stesso, che si consuma dinanzi a Dio, che fa salire verso di Lui le sue pie preghiere, viene ad offrirgli il gradito profumo dell'incenso. Ma è cosa ben da poco se non vi aggiungiamo la mirra, cioè il dolce ricordo della Passione e Morte del Salvatore.

E che cosa daremo ancora a Gesù Cristo? Il disprezzo per i beni terreni. Com'erano contenti, al loro ritorno, i Re Magi per aver offerto le loro ricchezze a Gesù. Offriamogli tutto nei suoi poveri; la parte che diamo loro dei nostri beni è la sola che ci resti, ed a questa a cui rinunciamo, dobbiamo imparare a disgustarci e distaccarci dall'altra.

Preghiera per l'Epifania (2)

O Dio, che oggi conducete con una Stella i Gentili a conoscere l'Unigenito vostro Figliolo, fate di grazia che noi, che già vi conosciamo per lume di fede, veniamo condotti a contemplare il volto della Maestà vostra.
Così sia.

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"L'amore non ha limiti, se non quelli che le poniamo".

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A.C.R.O. - Gruppo di Studi Rosacrociani di Roma